Rischio di Greenwashing Salvaguardare gli Investimenti ESG Sostenibili
In qualità di scrittore finanziario che ha osservato l’evoluzione del panorama degli investimenti sostenibili nell’ultimo decennio, è evidente che l’aspirazione all’integrazione dei criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) è stata affrontata da una crescente e formidabile sfida: il rischio di greenwashing. Questo non è semplicemente un problema teorico; è una minaccia tangibile per l’allocazione del capitale, la conformità normativa e, in ultima analisi, la credibilità dell’intero ecosistema della finanza sostenibile. Dal mio punto di vista all’interno del settore, rimanere un passo avanti rispetto a questo rischio è fondamentale sia per gli investitori che per le aziende che mirano a un impatto genuino.
Il greenwashing si riferisce alla pratica ingannevole di far apparire un’azienda, un prodotto o un investimento più ecologici o sostenibili di quanto non siano in realtà. Va da affermazioni vaghe a una vera e propria distorsione della verità, progettata per capitalizzare sulla crescente domanda di opzioni sostenibili senza un’azione sostanziale corrispondente. Questo fenomeno sfida i principi stessi dell’etica aziendale, in particolare poiché le indagini accademiche si sono prevalentemente concentrate sulle pressioni esterne che provocano il greenwashing, trascurando spesso l’influenza decisiva delle strutture di governance interne nel limitare tale comportamento (Xuejiao Ma et al., Journal of Business Ethics, 2025).
Le ripercussioni del greenwashing vanno ben oltre il semplice danno reputazionale, influenzando le performance finanziarie, la posizione normativa e la fiducia del mercato.
Le conseguenze immediate di un’accusa di greenwashing sono spesso un colpo significativo alla reputazione di un’azienda. In un’era in cui le informazioni viaggiano istantaneamente, il pubblico e le comunità di investitori sono sempre più esigenti. Le mie osservazioni indicano che una volta che la fiducia è erosa, è eccezionalmente difficile ricostruirla. Questo scrutinio accentuato ha portato a cambiamenti tangibili nel mercato. Ad esempio, un rapporto di Bloomberg pubblicato all’inizio di giugno 2025 prevedeva un rallentamento a breve termine nel lancio e nella riconversione dei fondi ESG, principalmente a causa dell’aumentato rischio di vendita impropria e accuse di greenwashing (Le aziende di fondi mirano a mitigare i rischi di greenwashing, Paperjam, 2025). Questa apprensione del mercato si traduce direttamente in scetticismo da parte degli investitori, rendendo più difficile per i progetti o i fondi genuinamente sostenibili attrarre il capitale necessario. Inoltre, la ricerca evidenzia che il protezionismo locale può minare la credibilità delle politiche, aumentando così lo scetticismo degli investitori verso le iniziative verdi (Dongyang Zhang et al., Finance Research Letters, 2025).
I regolatori a livello globale stanno intensificando la loro attenzione sul greenwashing, trasformandolo da un problema reputazionale in una significativa sfida legale e di conformità. L’industria dei servizi finanziari si sta preparando a un’azione più ampia, poiché i consulenti legali per i gestori di fondi ESG hanno avvertito esplicitamente, nonostante l’assenza di regole perfettamente chiare (Le aziende di fondi mirano a mitigare i rischi di greenwashing, Paperjam, 2025). Un esempio notevole di questa tendenza riguarda le indagini da parte delle autorità tedesche negli uffici di Francoforte di Deutsche Bank e DWS all’inizio del 2025, riguardo a presunti casi di greenwashing. Sebbene entrambe le entità abbiano negato illeciti e affermato la cooperazione, tali indagini di alto profilo segnalano una nuova era di vigilanza normativa (Le aziende di fondi mirano a mitigare i rischi di greenwashing, Paperjam, 2025). Le potenziali multe, sanzioni e cause collettive derivanti da tali indagini rappresentano un rischio finanziario materiale che può influenzare significativamente il bilancio di un’azienda.
Forse il costo più insidioso del greenwashing è l’erosione della fiducia complessiva nel movimento della finanza sostenibile. Quando le aziende sono percepite come se stessero semplicemente facendo dichiarazioni di intenti riguardo agli obiettivi ambientali, ciò può generare cinismo, scoraggiando sforzi genuini e minando l’ambizione collettiva di passare a un’economia più verde. Questa sfiducia sistemica può ostacolare il flusso di capitali tanto necessari verso progetti veramente impattanti, rallentando i progressi su sfide ambientali critiche come il cambiamento climatico. La cancellazione di importanti investimenti per la bonifica della produzione di acciaio in Germania, come la decisione di ArcelorMittal di abbandonare i piani per una produzione ecologica a causa dei costi energetici elevati - rinunciando a 1,3 miliardi di euro di sussidi - illustra gli ostacoli economici che possono deragliare i progetti verdi (il ministro delle finanze tedesco chiede un vertice sull’acciaio, Clean Energy Wire, 2025). Sebbene non sia greenwashing per sé, tali casi alimentano lo scetticismo degli investitori riguardo alla fattibilità e all’impegno verso iniziative verdi, alzando il livello di trasparenza e di intenti genuini.
La mia esperienza suggerisce che, sebbene le pressioni esterne giochino un ruolo, la difesa più forte contro il greenwashing risiede nelle strutture di governance interne di un’azienda. La ricerca supporta questo, evidenziando che le teorie tradizionali spesso enfatizzano vincoli basati su conflitti o diversità, ma l’influenza delle strutture di governance interne di un’azienda è decisiva nel limitare il comportamento di greenwashing (Xuejiao Ma et al., Journal of Business Ethics, 2025).
- Linee di frattura del consiglio e supervisione degli stakeholder: Il concetto di “linee di frattura del consiglio” - divisioni o spaccature all’interno del consiglio - tradizionalmente visto come potenzialmente problematico, può essere riformulato. Introducendo la “supervisione degli stakeholder” come meccanismo sottostante, queste linee di frattura possono facilitare un framework a doppio effetto che limita o beneficia nell’affrontare il greenwashing. Una supervisione efficace degli stakeholder, guidata da una robusta struttura di governance interna, agisce come una condizione limite critica per prevenire pratiche ingannevoli (Xuejiao Ma et al., Journal of Business Ethics, 2025).
- Reporting Integrato e Responsabilità: Le aziende con forti controlli interni e meccanismi di reporting ESG integrati sono meglio posizionate per fornire dati trasparenti e verificabili. Questo rigore interno garantisce che le affermazioni ambientali siano supportate da sostanza, riducendo la probabilità di rappresentazioni errate.
Il finanziamento verde e la politica pubblica non sono semplicemente fattori esterni, ma partecipanti attivi nel favorire o limitare il greenwashing.
- Impatto Doppio del Finanziamento Verde: Il finanziamento verde, se utilizzato in modo efficace, è uno strumento potente per promuovere la responsabilità ambientale e la crescita aziendale. La ricerca di giugno 2025 indica che prevenire il greenwashing è cruciale affinché il finanziamento verde possa realmente migliorare le performance ESG (Junyi Cao, GeoJournal, 2025). Le mie osservazioni dirette mostrano che le aziende che sfruttano genuinamente il finanziamento verde spesso sperimentano un aumento tangibile dei profitti e un alleviamento delle restrizioni finanziarie, favorendo una crescita sostenibile (Junyi Cao, GeoJournal, 2025). Inoltre, incentivando la responsabilità ambientale, il finanziamento verde scoraggia attivamente pratiche dannose per l’ambiente, in particolare nelle aziende inquinanti o quelle soggette a rigorose normative ambientali (Junyi Cao, GeoJournal, 2025).
- Appalto Pubblico Verde (GPP) come Segnale Politico: I governi utilizzano sempre più l’Appalto Pubblico Verde (GPP) per orientare i mercati verso la sostenibilità. Il GPP funge da potente segnale politico, aiutando le aziende ad attrarre investitori verdi attraverso chiari segnali di certificazione. In modo critico, il GPP migliora la trasparenza e la competitività delle aziende, contribuendo attivamente a ridurre il greenwashing (Dongyang Zhang et al., Finance Research Letters, 2025). Tuttavia, la sua efficacia può essere compromessa dal protezionismo locale, che aumenta lo scetticismo degli investitori distorcendo la credibilità delle politiche (Dongyang Zhang et al., Finance Research Letters, 2025). Questo evidenzia la necessità di quadri politici coerenti e trasparenti che supportino, piuttosto che ostacolare, le genuine transizioni verdi.
L’industria finanziaria non è ferma; è in corso un cambiamento significativo verso la mitigazione proattiva del rischio di greenwashing.
- Servizi di Coinvolgimento Proattivo: I gestori patrimoniali stanno sempre più offrendo servizi progettati per affrontare direttamente le preoccupazioni relative alla sostenibilità. Il 7 maggio 2025, State Street Global Advisors (SSGA) ha lanciato un nuovo Servizio di Stewardship per la Sostenibilità su base volontaria. Questo servizio consente specificamente ai clienti istituzionali con conti gestiti separatamente di dare priorità al coinvolgimento con le aziende del portafoglio su questioni di sostenibilità, incorporando queste considerazioni nelle politiche di voto per delega e coinvolgimento su temi chiave come il cambiamento climatico, la natura, i diritti umani e la diversità (Gibson Dunn ESG: Aggiornamento su Rischi, Contenziosi e Reporting, maggio 2025). Questa iniziativa esemplifica una risposta diretta dell’industria per garantire un impegno più profondo e verificabile ai principi ESG, riducendo così il rischio di greenwashing.
- Due Diligence Interna e Strutture Robuste: I gestori di investimenti, come Pictet Asset Management, stanno dichiarando esplicitamente il loro impegno a prendere sul serio il rischio di greenwashing (Le società di fondi mirano a mitigare i rischi di greenwashing, Paperjam, 2025). Ciò comporta il rafforzamento dei processi di due diligence interna, il miglioramento della verifica dei dati e l’adozione di strutture di integrazione ESG più rigorose che vadano oltre metriche superficiali.
- Conformità Regolamentare Anticipatoria: Riconoscendo la prossima stretta normativa, le aziende non stanno aspettando che le regole esplicite vengano finalizzate. Stanno rafforzando proattivamente i loro quadri di conformità, comprendendo che una forte postura interna è la migliore difesa contro future accuse. Questo include la revisione e l’aggiornamento dei materiali di marketing, delle divulgazioni sui prodotti e dei controlli interni per garantire la massima coerenza tra le dichiarazioni ecologiche e le pratiche operative effettive.
Il rischio di greenwashing è una sfida multifaccettata che richiede una risposta completa. Per qualsiasi entità coinvolta nella finanza sostenibile, il successo dipende dal superare la semplice conformità per coltivare una cultura di autentica responsabilità ambientale. Ciò richiede una governance interna robusta, una rendicontazione trasparente, un coinvolgimento proattivo degli stakeholder e un impegno ad integrare la sostenibilità in ogni aspetto delle operazioni. In qualità di esperto in questo campo, posso attestare che le aziende che abbracciano questo approccio olistico non solo stanno mitigando il rischio, ma si stanno anche posizionando come leader nell’economia veramente sostenibile di domani.
Riferimenti
- Gibson Dunn ESG: Risk, Litigation and Reporting Update (May 2025)
- Stop Where it Should Stop: Board Faultlines, Stakeholder Supervision and Greenwashing Behaviors of Firms
- Green Public Procurement as a Policy Signal: Attracting Green Investors
- Fund firms aim to mitigate greenwashing risks ahead of expected crackdown
Quali sono i principali rischi associati al greenwashing?
Il greenwashing comporta rischi per l’allocazione del capitale, la conformità normativa e la credibilità della finanza sostenibile.
Come possono le strutture di governance interne aiutare a prevenire il greenwashing?
Una forte governance interna può limitare il greenwashing fornendo trasparenza e responsabilità nelle pratiche ESG.